martedì, Dicembre 3, 2024
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Come uscire da un protesto bancario

Sicuramente avrai sentito spesso parlare della cosiddetta lista dei cattivi pagatori. Ma di che cosa si tratta? È molto semplice: se una persona possiede un conto scoperto, ossia senza denaro ed effettua un pagamento con assegno, nel momento in cui la banca va a riscuoterlo e si accorge di questa anomalia avvia la procedura di protesto bancario. Questa procedura viene applicata anche nel caso in cui i pagamenti vengono eseguiti con assegni falsi oppure se non vengono pagate le rate di mutui o finanziamenti.

Dunque, se un titolare di conto rientra in uno di questi casi, verrà inserito nella lista dei cattivi pagatori e il suo nominativo sarà poi iscritto all’interno del Registro dei Protesti.

Cos’è un protesto bancario? È possibile uscirne? Una persona che è soggetta ad un protesto bancario potrà poi riaprire un conto? Scopriamolo insieme. 

Uscire da un protesto bancario: ecco come fare

Chi viene considerato cattivo pagatore può uscire da un protesto bancario, però risanare il proprio debito non basta; il titolare, infatti, dovrà recarsi presso l’ufficio protesti del tribunale della propria città e inoltrare la richiesta, all’interno della quale dovrà indicare tutti i dati personali (nome e cognome, città di nascita e di residenza, numero di cellulare), una copia del documento di identità in corso di validità e allegare diversi atti, ovvero:

  • documento di protesto bancario emesso dall’istituto di credito che ha avviato la procedura;
  • contratto di compravendita dal quale ha avuto inizio il protesto;
  • ricevuta che certifica che il debito è stato sanato. In questo caso è fondamentale che il debito venga saldato entro un anno dall’avvenuta notifica. Se il debitore dovesse pagare dopo i 12 mesi allora non avrà diritto ad essere cancellato dal Registro dei Protesti. 

Non appena il tribunale riceverà tutta la documentazione effettuerà le dovute verifiche e, se il debitore risulta in regola, il giudice firmerà il decreto il quale dovrà poi essere inoltrato alla Camera di Commercio allegando la richiesta di annullamento del protesto bancario.

Per presentare questa richiesta è necessario compilare un modulo apposito e pagare due marche da bollo: una pari a 8 euro per poter inoltrare la domanda, la seconda di 14,62 euro da allegare al decreto emesso dal tribunale. 

Se il soggetto risulta essere cattivo pagatore per la prima volta, l’Ufficio Protesti eliminerà entro 25 giorni il suo nome dal database; in questo modo, il soggetto potrà inoltrare nuovamente richiesta di mutui o finanziamenti. Discorso diverso, invece, se un soggetto viene iscritto per la seconda volta nel Registro dei Protesti. In questo caso, sarà davvero complicato ottenere una seconda possibilità dal tribunale.

Secondo la lex 108/96, i cattivi pagatori se saldano i propri debiti hanno diritto ad essere riabilitati, però se i pagamenti scoperti dovessero essere molti oppure se si sospetta esserci altri reati, il giudice a sua discrezione potrebbe anche decidere di non concedere il decreto. 

Molto spesso capita che alcune aziende vengano inserite all’interno del registro dei cattivi pagatori; in questo caso, esse hanno tempo 5 anni per inoltrare richiesta di cancellazione. Il percorso burocratico che dovrà intraprendere l’azienda è lo stesso che viene percorso da un soggetto privato. 

Riaprire un conto dopo una procedura di protesto bancario: ecco come fare

Come abbiamo detto prima, chi risulta cattivo pagatore per la seconda volta potrebbe anche non poter più ottenere il decreto riabilitativo dal tribunale. Questo significa che il soggetto in questione non potrà mai più richiedere un prestito o un mutuo ad una banca perché non risulta affidabile. Come risolvere tutto questo? Grazie a banche apposite che consentono a chi ha subìto un protesto di poter aprire un conto corrente e operare nello stesso modo in cui operano i correntisti di altre banche. Su internet esistono diverse società, come ad esempio Conto Protestati Service, che offrono soluzioni per privati o aziende che sono stati soggetti ad un protesto bancario.

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