Prestiti personali è una dicitura generica con la quale si fa riferimento a varie tipologie di finanziamento destinate alle persone fisiche (quindi non a società o a liberi professionisti). Tipicamente essi vengono richiesti per il soddisfacimento di alcuni bisogni che rientrano nella sfera personale (per esempio l’acquisto di uno scooter) o familiare (per esempio il pagamento delle spese relative al matrimonio di un figlio).
Classicamente si distinguono i prestiti personali in finalizzati e non finalizzati. I primi sono richiesti per una determinata finalità: il tipico esempio da manuale è il contratto di finanziamento auto che si stipula presso una concessionaria automobilistica che agisce da intermediario tra cliente e banca (o finanziaria). I secondi, invece, si caratterizzano per il fatto che il debitore non deve specificare le motivazioni alla base della richiesta. Il denaro ottenuto in prestito potrà essere utilizzato come più lo si ritiene opportuno.
La richiesta di un finanziamento personale può essere fatta recandosi direttamente nella filiale di una banca previo appuntamento oppure tramite il portale web della banca stessa. In quest’ultimo caso si parla di prestito personale online; quest’ultima è una procedura smart che consente di velocizzare la pratica. È infatti sufficiente disporre di un dispositivo collegato a Internet.
Prestiti personali: chi può richiederli?
In linea generale i prestiti personali sono destinati a un gran numero di soggetti: lavoratori dipendenti (pubblici o privati), lavoratori autonomi, liberi professionisti, pensionati ecc. Vale la pena ricordare che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e i pensionati esistono anche specifiche forme di prestito personale come per esempio la cessione del quinto sullo stipendio, la cessione del quinto sulla pensione nonché il prestito delega (previsto solo per i dipendenti).
La richiesta di un prestito sottostà alla presenza di determinati requisiti fra cui quelli anagrafici: essi infatti possono essere concessi soltanto a persone maggiorenni e con un’età che non superi i 75 anni al termine del finanziamento. Il requisito anagrafico minimo (18 anni) è inderogabile, mentre sull’età massima possono esserci differenze tra banca e banca.
Quale importo può essere richiesto? E qual è la durata di un prestito personale?
Anche sull’importo esiste una certa variabilità fra un istituto e l’altro. Il D. lgs. 141/2010 impone per i prestiti personali limiti che vanno da un minimo di 200 euro a un massimo di 75.000 euro, ma si deve precisare che le banche possono erogare prestiti con limiti minimi e massimi diversi: per esempio da 3.000 a 80.000 euro. Va precisato che nel caso si superi la soglia dei 75.000 euro non si applicano le norme contenute nel decreto sopra citato.
Per quanto riguarda invece la durata, si va normalmente dai 12 ai 120 mesi, ma potrebbe essere previsto anche un range che va dai 24 ai 120 mesi.
Prestiti personali: l’importanza del TAEG
La richiesta di un prestito, piccolo o grande che sia, non va mai presa con leggerezza dal momento che ci si assume un impegno che ha impatto sul proprio bilancio personale e familiare. È quindi sempre necessario leggere con grande attenzione il contratto di finanziamento che riporta varie informazioni. Fra queste una delle più importanti è il TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale. È noto anche come ISC, Indice Sintetico di Costo, e la sua importanza è legata al fatto che esso indica percentualmente il costo effettivo di un finanziamento. Il TAN, Tasso Annuo Nominale, infatti, fa mero riferimento ai soli interessi, mentre il TAEG comprende oltre a essi anche tutti gli altri costi relativi all’operazione.
In altri termini, il TAEG ci dice quanto effettivamente il prestito ci costerà e quando siamo nella fase dei preventivi ci aiuta a valutare la convenienza di un prestito rispetto a un altro. Confrontare il TAN può non essere significativo perché gli interessi non sono gli unici costi di un prestito, mentre lo è confrontare i TAEG delle varie proposte.